Caffè e Ansia: un’Accoppiata da Evitare
Ansia e caffè, perché è meglio evitare
A chi non è mai capitato di sentirsi dire “sei già tanto ansioso, evita di prendere il caffè!”, “non dormi bene, lascia stare il caffè!” e frasi simili. Ma cosa c’è di vero in queste affermazioni? Davvero bere il caffè predispone a sviluppare uno stato ansioso e ne peggiora uno già esistente? Ed è vero che bere troppo caffè fa dormire poco e male? In questo articolo cercheremo di capire insieme quali sono le reali associazioni esistenti tra l’assunzione di caffè e l’insorgenza di ansia, irritabilità ed insonnia.

Caffè e ansia: cosa c’è da sapere

Noi italiani siamo dei veri estimatori ed amanti del caffè a tal punto che difficilmente riusciamo a rinunciarci. Ma il caffè fa bene o fa male? se siamo ansiosi e facilmente irritabili possiamo bere la nostra tazzina di espresso o è meglio evitare? Come tutti sappiamo il caffè contiene una molecola stimolante che è la caffeina, la stessa contenuta anche in molte bevande energizzanti, nel thè e in quasi tutte le bevande al gusto di cola, ed è proprio la caffeina la sostanza responsabile di molti (se non proprio tutti) gli effetti del caffè sull’organismo.

La caffeina è una sostanza psicoattiva che esplica la sua azione attraverso il legame con particolari recettori presenti nell’organismo e che si trovano maggiormente a livello dell’apparato cardiovascolare, del sistema nervoso e dell’apparato endocrino ed è proprio su questi organi che svolge le sue funzioni principali. Quando beviamo o mangiamo qualcosa contenente caffeina questa sostanza viene assorbita rapidamente dal tratto gastrointestinale e raggiunge i recettori iniziando a svolgere la sua azione già dopo 45-60 minuti dall’assunzione.

La caffeina non solo ha un rapido assorbimento ma anche un rapido metabolismo pertanto i suoi effetti si riducono del 50% già dopo 4-6 ore e svaniscono completamente dopo circa 8 ore. Data la sua struttura chimica, la caffeina riesce ad oltrepassare senza alcun problema la barriera emato-encefalica (che è una sorta di barriera virtuale che impedisce l’accesso al cervello di molte sostanze) e la barriera placentare (riuscendo quindi a raggiungere il feto).

I recettori della caffeina abbiamo detto essere molto diffusi nel sistema cardiovascolare e respiratorio dove si manifestano molti degli effetti eccitanti di questa sostanza quali l’aumento della frequenza cardiaca, l’aumento della pressione arteriosa l’aumento della frequenza respiratoria e del metabolismo cellulare.

Quali sono invece gli affetti a carico del sistema nervoso centrale? Essendo una molecola eccitante e stimolante è proprio a carico del sistema nervoso che la caffeina ha i suoi effetti più importanti, ecco il motivo per cui quando ci sentiamo stanchi e abbiamo bisogno di “ricaricare un po’ la batteria” ci concediamo il piacere di una tazzina di caffè. Altri effetti sul sistema nervoso sono anche: l’aumento della concentrazione, il miglioramento dei riflessi e, anche se minima, ha anche un’azione analgesica cioè riesce a ridurre la percezione del dolore (non è un caso infatti se in commercio si trovano delle associazioni tra farmaci analgesici e caffeina che svolgono un’azione sinergica cioè si potenziano a vicenda).

E per quel che concerne l’ansia invece cosa succede? perché caffeina e stati ansiosi potrebbero essere correlati? Gli effetti della caffeina sono tutti dose-dipendente nel senso che maggiore è il quantitativo assunto maggiore sarà l’effetto, fino a un certo livello, superato il quale non si potenzia l’effetto “benefico” bensì iniziano a comparire gli effetti collaterali. I principali effetti collaterali legati all’assunzione di caffeina sono tachicardia cioè aumento eccessivo del numero di battiti cardiaci, aumento della pressione arteriosa, irritabilità, insonnia e appunto ansia.

Chi di base ha già un problema legato a una sindrome ansiosa oppure soffre di attacchi di panico è più sensibile agli effetti della caffeina per cui è necessario che ne riduca o eviti completamente l’assunzione e, quando proprio non si vuole rinunciare al piacere del caffè, meglio scegliere quello decaffeinato in cui cioè il contenuto di caffeina è minimo e difficilmente riesce a dare effetti avversi. Proprio perché oltre una certa soglia la caffeina causa effetti collaterali possiamo avere anche disturbi del sonno e soprattutto insonnia con difficoltà di addormentamento e sonno poco ristoratore.

In questo senso sarebbe opportuno limitare l’assunzione di caffeina (sia di quella proveniente dal caffè che dalle altre fonti) entro le ore 15 massimo 16 del pomeriggio per dare all’organismo tutto il tempo per smaltirla e non avere quindi problemi sull’addormentamento e sulla qualità del sonno.

Come vedi, gli effetti della caffeina dipendono da quanta ne assumi, perciò, anche se sei ansioso, stressato e facilmente irritabile, non è necessario rinunciare al piacere del caffè, l’importante è mantenersi entro certi limiti. Di seguito troverai un’immagine esplicativa sul contenuto di caffeina in vari alimenti così da renderti conto di quanta ne assumi nel corso della giornata.

Ricorda sempre che la dose consigliata è di 120 mg di caffeina al giorno, cioè circa 3 tazzine di caffè espresso, 2 tazzine massimo di caffè fatto con la moka e poco più di una tazza di caffè americano evitando ovviamente l’assunzione nella stessa giornata anche di bevande eccitanti ed energizzanti e di cioccolato altrimenti gli effetti si sommano.

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